66° reggimento fanteria aeromobile "Trieste"

Fregio e mostrine

"Osando vinco"

Unico reggimento di fanteria aeromobile, si compone di un comando di reggimento, una compagnia di supporto logistico ed un battaglione aeromobile, pedina operativa dell'unità.

Alimentato con personale volontario, il reggimento è di stanza a Forlì.
La Bandiera di Guerra è decorata di un Ordine Militare d'Italia, una Medaglia d'Oro al Valor Militare ed una Medaglia di Bronzo al Valore dell'Esercito.

La festa del reggimento cade il 22 aprile, anniversario della battaglia di Takrouna (1943).

LA STORIA

Il 66° Reggimento fanteria "TRIESTE" trae le sue origini dal 66° Reggimento fanteria costituitosi nel 1862 ed ha il suo battesimo del fuoco durante la Terza Guerra d'Indipendenza, nella battaglia di Custoza.
Partecipa alla 1^ Guerra Mondiale combattendo sul fronte Giulio, a Cima Tre Pozzi, in Val d'Assa e meritando, come tutta la fanteria italiana, la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia.

Durante la 2^ Guerra Mondiale, inquadrato nella 101^ divisione "Trieste" partecipa alla campagna in Africa settentrionale, contendendo il terreno all'8^ armata da El Alamein alla Tunisia dove, durante la battaglia di Takrouna, il 1° Battaglione al comando del Capitano Mario Politi, si copre di gloria tenendo in scacco una divisione nemica per diversi giorni e cedendo soltanto dopo aver terminato le munizioni, meritando così la Medaglia d'Oro al Valore Militare.

Il 66° viene ricostituito in Forlì il 1° Ottobre 1975, come 66° battaglione meccanizzato "Valtellina", per ridenominazione del 2° battaglione del 40° reggimento fanteria "Bologna" ed è inquadrato nella Brigata Meccanizzata "Trieste" della Divisione Meccanizzata "Folgore".

Nel 1980 il battaglione interviene a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in provincia di Salerno, meritando la Medaglia di Bronzo al Valore dell'Esercito e nel 1983 è impiegato in Libano con il contingente ITALCON.

Sciolta la Divisione Meccanizzata "Folgore" nel 1986, la "Trieste" si scioglie a sua volta nel 1991 e lascia il posto alla Brigata "Friuli" nella quale entra il 66°.

Impegnato con i paracadutisti nella prima edizione dell'Operazione "Vespri" nel 1992, l'anno successivo è cambia fisionomia organica, assumendo la denominazione di 66° Reggimento fanteria "Trieste". Da Agosto 1993 a Marzo 1994 partecipa all'Operazione "IBIS" in Somalia, dove il 6 febbraio 1994 cade a Balad, vittima di un'imboscata di banditi somali, il Tenente Giulio Ruzzi.

Negli anni a seguire il reggimento è spesso impegnato nei Balcani calcando a più riprese il territorio albanese, bosniaco e kosovaro.

Trasformato in reggimento di fanteria aeromobile nel corso del 2000 affronta un impegnativo ciclo addestrativo per validare la nuova configurazione.

 

IL MEDAGLIERE

Ordine Militare d'Italia
Decreto 5 giugno 1920.

Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia (1915 - 1918) (All'Arma di Fanteria).

Medaglia d'Oro al Valor Militare
Decreto 7 dicembre 1951.

Reggimento fortemente provato nella campagna in Africa Settentrionale, deciso a difendere fino all'estremo l'onore della Bandiera, opponeva all'avversario indomita resistenza, scrivendo nuove pagine di gloria nelle battaglie di Tunisia. Il primo battaglione, ridotto nei suoi effettivi, incaricato di tenere ad oltranza un caposaldo che rappresentava il cardine e il posto d'onore di tutta la posizione difensiva, attaccato da schiaccianti e sempre rinnovantesi forze, isolato e privo di rifornimenti, sosteneva per tre giorni l'impari lotta con accaniti corpo a corpo, tenendo in iscacco il soverchiante avversario e destandone l'ammirazione. Caduto il caposaldo, pochi superstiti, con le ultime bombe a mano, continuavano la disperata resistenza, fedeli all'impegno di non cedere le armi (Mareth, Akarit, Enfidaville, Takrouna (Africa Settentrionale), 5 marzo - 12 maggio 1943).


Medaglia d'Oro al Valore dell'Esercito
Decreto 30 aprile 2010.

Nel teatro operativo afgano, particolarmente complesso e fortemente condizionato da situazioni ambientali e di sicurezza estremamente difficili, il personale dell’unità ha dimostrato di possedere elevata preparazione professionale, grandissima fiducia nei propri mezzi, forte determinazione e chiarissima visione e condivisione degli obiettivi da conseguire. L’unità ha così portato a termine missioni complesse, condotte in aree remote dello scenario fortemente caratterizzate dalla presenza di insorti; proprio in occasione di tali missioni e dei numerosi scontri a fuoco, il reggimento dava testimonianza di essere formato da soldati animati da elevato spirito di corpo, eccelse virtù militari ed indomito coraggio, capaci di conseguire sempre gli obiettivi assegnati. Splendido reparto che, con il suo operato, ha garantito la sicurezza nell’intera area e consolidato l’immagine dell’Esercito Italiano in un contesto spiccatamente interforze ed internazionale. Herat (Afghanistan), 24 aprile – 14 ottobre 2008.


Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito
Decreto 28 settembre 2007.

Reggimento di Fanteria Aeromobile della Brigata “Friuli”, fiero interprete delle secolari tradizioni della fanteria, partecipava all’operazione “Antica Babilonia 5” in Iraq.
Impiegato in una terra caratterizzata da persistenti conflittualità ed oggettive difficoltà ambientali, forniva un fondamentale contributo operativo e logistico all’Italian Joint Task Force per portare a compimento la missione assegnata.
Con disinteressati sentimenti di dedizione ed entusiasmo, sostenuti da ideali altissimi di umana fratellanza, conduceva un complesso di attività operative e di sostegno umanitario alla popolazione, che venivano portate a termine con efficacia e determinazione nonostante i ripetuti e violenti attacchi a fuoco.
Impegnato nelle attività di formazione del 604° Battaglione dell’Iraqi National Guard, profondeva, con ineguagliabile abnegazione e determinata partecipazione, ogni risorsa alla preparazione ed all’addestramento dell’unità del nuovo Esercito Iracheno, al fine di aiutare il Paese a dotarsi di efficaci istituzioni in grado di garantire la completa sicurezza e stabilità del territorio.

La preparazione professionale dei suoi uomini è altresì emersa anche nell’ambito delle numerose, continue e pericolose attività operative svolte congiuntamente all’Iraqi National Guard ed all’Iraqi Police Service, in occasione delle quali, nonostante ripetute azioni di fuoco perpetrate da bande criminali e da gruppi di miliziani ostili alla coalizione, il personale italiano contrastava con abilità, determinazione e coraggio gli attacchi, riuscendo a sequestrare ingenti quantitativi di armi, munizioni e materiali sottratti abusivamente e ad assicurare alle autorità governative numerosi pericolosi criminali e miliziani.

In particolare, tra la notte del 7 e dell’8 settembre 2004, ad An Nasiriyah, sul ponte denominato convenzionalmente “Tampa”, la pattuglia del Reggimento che assicurava il dispositivo veniva fatto oggetto di tiro mirato da parte di miliziani ostili alle forze. L’attacco a questa postazione di vitale importanza, perpetrato per molte ore da più direzioni sottoponeva l’unità a un’intensa pressione.

Solo l’intervento determinato, coraggioso e spregiudicato degli assetti operativi del Reggimento, sopraggiunti in soccorso alla pattuglia, ristabiliva un clima di sicurezza e stabilità, consentendo all’unità di continuare l’attività di controllo dell’importante infrastruttura.

Reggimento di Fanteria Aeromobile coeso, motivato ed animato da indiscusso altruismo, ha confermato, nell’arco dell’intera missione, qualificata preparazione professionale, coraggio, saldezza morale e straordinarie virtù militari, elevando il prestigio della Forza Armata e del Paese in ambito internazionale. An Nasiriyah (Iraq), 7 - 8 settembre 2004.

Medaglia di Bronzo al Valore dell'Esercito
Decreto 11 dicembre 1981-

Sostituiva altra unità estremamente provata nelle località danneggiate dal sisma del 23 novembre 1980 con un complesso di quattrocento uomini tra ufficiali, sottufficiali e truppa intervenendo nei comuni di Laviano- Santomenna - Colliano - Valva - Castelnuovo di Conza - Contursi, considerati fra i più disastrati della provincia di Salerno. Con la generosità propria dei soldati di leva, operava incessantemente dal 30 novembre al 20 dicembre 1980, rinunciando anche ai turni di riposo per provvedere al recupero e alla pietosa inumazione di otre trecento salme, allestire tendopoli, somministrare pasti caldi giornalieri ai superstiti, contribuendo, con calore umano a dare fiducia e serenità ai terremotati. Dopo venti giorni di ininterrotta immane fatica svolta in condizioni meteorologiche particolarmente avverse, senza che alcun militare manifestasse il minimo cenno di cedimento, veniva avvicendato, lasciando negli abitanti nei Comuni ove aveva operato profondi sentimenti di riconoscenza, di stima e di affetto. Chiara espressione di virtù militari e civili, di coraggioso altruismo, di umana solidarietà (Alta Valle del Sele, 30 novembre - 20 dicembre 1980).

 

LO STEMMA

Lo stemma

"Osando vinco"

Scudo:Inquartato in croce di S.Andrea. Nel primo di rosso a due sciabole d'argento in decusse - quella di destra a lama dritta - sormontate da un listello d'argento con la scritta "Custoza". Nel secondo d'azzurro a due spade manicate d'oro decussate e ridecussate con due rami di palma al naturale; il tutto sormontato da un giglio d'oro (Sondrio); Nel terzo d'oro al volo dell'aquila spiegato di nero, tenente nell'artiglio destro uno scudetto ovale di rosso alla croce d'argento, posto posto in banda, e, con il sinistro, uno scudetto pure ovale d'argento in sbarra, alla fascia dello stesso con il motto "LIBERTAS" di nero (Forlì). Nel quarto d'azzurro al silfio d'oro reciso di Cirenaica. Il tutto abbassato al capo d'oro.

Ornamenti esteriori: sullo scudo corona turrita d'oro, accompagnata sotto da nastri, annodati nella corona scendenti e svolazzanti in sbarra e in banda ai lati dello scudo. Nastro dai colori dell'Ordine Militare d'Italia accollato alla punta dello scudo e su lista bifida d'oro, svolazzante, con la concavità rivolta verso l'alto, il motto "Osando vinco".